1955: il carcere di Parma
Scrive in carcere il soggetto, la sceneggiatura e i dialoghi per il film «Don Camillo e l’onorevole Peppone» «Io lavoro avviluppato - dalle pantofole alla cintola - in una coperta tenuta su da un asciugamani annodato sul ventre (il detenuto non può detenere né corde né cinghie per impedirgli di procurare grane al direttore impiccandosi): dalla cintola ai baffi sono immerso in un vasto campionario di maglie e maglioni. In cima a questo grosso fagotto di stracci un coperchio di lana a righe bianche e blu, inclinato in modo da lasciar liberi gli occhi e il naso (la Repubblica permette ai detenuti di tener chiusa la bocca respirando soltanto con una, due narici o tre narici). Il complesso è piuttosto massiccio e la guardia di servizio viene ogni tanto a sincerarsi che io sia effettivamente dentro il fagotto.» |