La storia di Giovannino senza paura (1925)

1925: a Parma, la crisi 

La famiglia di Giovannino viene travolta da traversie economiche e, il 4 novembre, il padre viene dichiarato fallito. Questo influisce sul suo rendimento scolastico.

giugno: giunge allo scrutinio finale con ottimi voti ma viene rimandato con 5 in latino e 4 in storia e geografia nell’esame d’ammissione alla 1ª liceo. Giovannino è in crisi. Cesare Zavattini - suo istitutore di pochi anni più vecchio che ne ha intuito le doti di irrefrenabile umorismo - deve scrivere, nelle note dell’ultimo trimestre firmate dal rettore, che è diventato«un caposquadra pericoloso»
 
 

«L’ultima nota rivela una mia improvvisa insofferenza per la disciplina e a causa de grossi disagi economici di mio padre modifico, negli ultimi mesi, il mio atteggiamento nei confronti della scuola. Mi capita più volte, come del resto a tutti gli altri membri della famiglia, tornando a casa per le vacanze, di dover dormire per terra e devo trascurare gli studi per costruire con le mie mani dei letti, delle sedie, una tavola, un buffet e una scrivania.»
 
 

Nell’estate va a ripetizione di latino da don Lamberto Torricelli, il parroco di Marore e a ottobre passa con due 8.
 
 

«Il mio vecchio parroco (...) assomigliava molto a don Camillo (...) mi allentava uno scapaccione e poi mi insegnava a fare il compito di latino.»
 
 

ottobre: Giovannino, a causa del tracollo familiare, deve abbandonare il convitto «Maria Luigia» e frequentare il Liceo «Romagnosi» da esterno.